domenica 17 settembre 2023


 APOLIDE

/a·pò·li·de/
aggettivo e sostantivo maschile e femminile
Persona che non ha alcuna cittadinanza, perché priva di quella di origine e non in possesso di un'altra.
Apolide, così mi sento. Apolide nel luogo dove vivo perchè non ci sono nata anche se ci vivo da 50 anni e sono nata a 5 km. di distanza e vissuto i miei anni nfantili in altra città e per tanto molti mi trattano come un corpo estraneo respingendomi, specie nell'ambiente artistico locale. O forse perchè ho pochi voti e alle elezioni conto come un due di coppe quando la briscola è da qualche altra parte non sono appetibile a chi conta in questo paesotto da operetta? O perchè il conto in banca pesa poco...e questo sì è davvero una colpa indelebile, ne convengo. Apolide nell'arte perchè non ho un unico segno distintivo e non faccio lo stesso identico noiosissimo quadro da 40 anni ( riferimento non casuale) e non copio nessuno ma rinnovo e ricerco sempre, grave colpa, sembra, saper fare tante cose, magari fatte male ma tante e provarci sempre e in più divertirmi. Apolide anagraficamente: quando ero giovane gli artisti contavano solo dopo i quaranta, raggiunti i quaranta contavano solo i mammut ultrasettantenni, intoccabili, iconici, onnipotenti sentenziosi e boriosi. Adesso che mi avvicino ai mammut si parla solo di giovani ed emergenti come tappi dui sughero o galleggianti come paperelle nell'oceano, son giovani e innovatori per antonomasia, hanno diritto a tutto. E quando arriva il turno mio? Bo? Apolide negli affetti, famiglia ormai ridotta all'osso, i pochi rimasti tutti sparpagliati e anaffettivi, inesistenti. Apolide anche verso me stessa. Chi sono? Non lo so, ciascuno mi vorrebbe secondo il suo bisogno e i suoi desideri ma purtroppo non corrispondo a nessuna fantasia. Apolide della diplomazia, non mi faccio plasmare o usare anche se qualcuno lo ha potuto credere o si è illuso. Apolide persino a me stessa spesso non so qual è il mio posto ma di certo non è quello che mi si è voluto assegnare. Tutto questo, un giorno, finirà ed è l'unica cosa sicura.

sabato 19 agosto 2023


 
Nancy Loan non esiste, ovvero: 
 la credibilità di un critico.

"Nel mondo dell'arte tutto può essere vero ma anche verosimile e sempre e in ogni caso  soggettivo". 

(LAR)

Racconterò del triste caso di un pittore o pittrice (fate voi) che aveva tra i suoi contatti FB diversi critici d'arte. Tra costoro ve ne era una particolarmente vivace spumeggiante e parecchio sgomitante. Neo laureata in storia dell'arte, neo scrittrice della vita e delle opere di un grandissimo pittore del passato, neo organizzatrice di eventi culturali. Ma si sa, a un neo laureto basta la convinzione e può osare tutto. 


Ma torniamo al pittore/pittrice, un povero/a tapino/a, fluido come è usanza in quest'epoca di nebbie: il poveretto/a si cimentava tra pittura con varie tecniche e l'acquerello credendo che lavorare seriamente, studiare, esercitarsi, cercare di avere rigore nel rispetto di proporzioni e prospettive e tutto quello che  egli credeva si richiedesse ad un pittore/trice degno di questo nome potesse un giorno procurargli qualche piccolo riconoscimento o apprezzamento, ma non ne era sicuro/a e non lo pretendeva. E proprio per questo ogni like di un addetto ai lavori era contanto e ritenuto importante e prezioso. Ma niente da fare. La critica d'arte neo laureata neo scrittrice neo tutto tranne che per la congenita convinzione non se lo/la filava affatto, tranne che per invitarlo/la ai suoi già numerosi eventi e per cercare di rifilargli una copia del suo tomo fresco di stampa. Passò diverso tempo durante il quale il pittore/trice oltre a studiare disegno ecc...ecc... cominciò ad osservare anche "gli addetti ai lavori", cioè i critici, i galleristi, i bloggher, gli organizzatori di mostre e tutto l'ambaradan che ruotava come una galassia intorno al sole dell'arte non esclusi gli innumerevoli artisti. Un vero caravan serraglio di personaggi assortiti improbabili e improponibili ma con le classiche, per fortuna, poche eccezioni. 

Un giorno il nostro pittore/trice attanagliato da dubbi e interrogativi decise di mettere in atto un esperimento scientifico/psicologico/commerciale e allo stesso tempo un tiro mancino, o come si usava dire in passato, uno scherzo da prete, e vedere quale pesciolino abboccava all'amo. 

Un bel pomeriggio prese un pennello intinto di acqua e colore  lo sbatacchiò  su un foglio realizzando un acquerello e lo firmò "Nancy Loan, in data 1974, americana"

E i pesciolini abboccarono! Ma quale in particolare? Ovviamente lei, la neo tutto tranne che per la convinzione di intendersi d'arte e artisti in modo sopraffino. Si sperticò in lodi e chiese di potere vedere altri lavori...l'accontenò. In una mezz'oretta buttò sui fogli 4 o 5 scarabocchi. La tizia andò in visibilio e voleva addirittura sperne di più e ottenere un contatto diretto con la yankee!

A quel punto Nancy Loan , amica con il pittrore/trice e con nessun altro contatto in Italia se non con lui/lei si dileguò e con essa anche il "contatto" su FB della critica esperta fu eliminato. 

Il nostro pittore/trice capì che era stato/a troppo ingenuo/a e che aveva scambiato per persone serie e preparate chi si autoprofessava esperto/intenditore/valutatore/scopritore e invece era solo un arrampicatore che cerca di farsi un nome e una reputazione e possibilmente anche un lavoro e poco importano le basi fragili o improvvisate. Mortificato/a e deluso/a diede una ridimensionata alle varie figure e anche alle sua creduloneria. 

In tutta questa storia solo due cose sono certe 

1- Nancy Loan acquarellista non esiste 

2- il pittore/trice ha messo i piedi per terra. 

Alba R. La Mantia








 

domenica 14 aprile 2019

lunedì 17 ottobre 2016



Alba Rita La Mantia
L’amore per l’arte, nello specifico per il disegno, matura fin dalla più tenera età. Alba dice " era assodato e naturale che avrei fatto questo "… Dopo aver frequentato degli studi d'arte a Palermo, debutta ufficialmente in questo mondo soltanto nel 2012, in seguito ad un lungo periodo passato "scarabocchiando qua e là" e sviluppando un senso pittorico molto forte.
Appare eclettica nella tecnica, diretta e decisa verso gli obiettivi. L’artista lavora soprattutto su supporti come: tela, carta e pannelli, facendo sì che l’opera celi dietro quei passaggi qualcosa di misterioso, enigmi che verranno risolti solamente da chi saprà spogliare l’opera dai suoi colori, dai suoi strati e dai suoi vulnerabili dubbi. Le sue pennellate appaiono corpose, un materico vitale che dona all’opera dinamismo e personalità, tinte ben abbinate tra loro che danno all’esecuzione forza e decisione. I soggetti rappresentati nelle sue opere sono sempre diversi.
Per Alba una delle fonti più importanti di ispirazione è sicuramente l'universo fotografico dell'est e nord Europa precaduta del muro di Berlino, infatti parlando di "Vespa Vintage" afferma: "Amo risco-prire le arti dell'Est precaduta del muro, poiché non erano ancora contaminate dalle influenze esterne che le hanno rese troppo simili alle nostre. Amo gli scarti, i rottami ricchi di storia che fanno risuonare qualcosa dentro di noi. Ridargli una nuova dignità attraverso l'arte".
L’artista si svela, si denuda sulla tela, si copre e si scopre continuamente, si veste di strati multiformi e si espone agli occhi dell’attento osservatore. Temeraria e disarmante quindi la sua arte, sovrapposta da continui pensieri e cambiamenti del proprio stato d’animo; racconta attraverso il quotidiano il proprio sentire che oscilla tra l’inattaccabile e la vulnerabilità.
Domenica Scalisi
Andco.Agency


martedì 15 marzo 2016

SE QUESTO SARA' UN UOMO

                                    SE QUESTO SARA' UN UOMO


                                            Alba R. La Mantia - olio su tela -30X30


SE QUESTO SARA' UN UOMO
Domenica un minuscolo esserino ha visto la luce (sic!) nel fango, come accoglienza una doccia gelata con poca acqua sotto un cielo grigio, tra il fango, le urla, il dolore, i rifiuti. In un'atmosfera tristissima dove nessuno lo attendeva se non la sua mamma. Nessuno ha festeggiato. Nessuno gli ha portato doni, nessuno se ne sarebbe accorto se qualcuno non avesse scattato questa foto e chissà quanti altri come lui sono venuti in questo pianeta con questa stessa accoglienza. Se quel bambino ne avesse coscienza urlerebbe di rabbia.
Ieri mentre noi guardavamo questa foto in altro luogo in pompa magna e con giubilo lanciavano ExoMars. Qualcosa che è costata quanto costerebbe mettere tutta questa povera gente al caldo, sfamarli, metterli al sicuro da bombe e manganelli, filo spinato e umiliazioni di ogni genere. 
L'Europa spende milioni per andare su Marte e contemporaneamente non sa accogliere dei profughi, numerosi è vero. Non sa darsi una politica comune e si disgrega in una crisi di identità e di scopi ma lancia megalomani progetti spaziali. L'Europa cupa di questi tempi che finanzia guerre arruola eserciti e produce vittime, unica voce in attivo di questa assurda finanza. 
Allora mi chiedo se quel bambino sarà mai un uomo, se è sopravvissuto a quella doccia, se sopravviverà agli stenti, se avrà un'infanzia, un luogo per giocare o se semplicemente giocherà, se negli anni futuri avrà una patria, una casa, un lavoro o da mangiare o se, come oggi, è già un fantasma, nemmeno più un numero, sarà un uomo? Intanto la propaganda ci esorta all'orgoglio patrio e ci fa guardare verso Marte per farci scordare il fango intorno a quella novella Betlemme dove non c'è sabbia ma fango dove la meta non è un censimento ma l'ignoto, dove non ci sono capanne ma tende di plastica della decathlon...come una nuova specie di campeggiatori!

lunedì 14 marzo 2016

DISINCANTO

DISINCANTO

Alba R. La Mantia - IO&ME -olio su tela 40X50


Non ho mai indossato un ruolo non mio. Ho dato voce alle idee di altri solo se condivise e anche mie, così come mai ho percorso le strade altrui avendo cura di non calpestare impronte già impresse. Come sempre nella storia degli uomini si comincia da soli, col tempo ci si trova con altri fino a diventare una folla. Da folla a moltitudine, da moltitudine si arriva inevitabilmente a moda e alla moda, fatalmente segue l'omologazione e dall'omologazione al potere prepotente il passo è brevissimo e scontato. Fine della storia.
E si ricomincia con un singolo che troverà un compagno e poi il cerchio gira e ripete il percorso troppe volte già visto nei secoli. Persino il cristianesimo iniziò con un solo uomo ed è diventato religione e poi dogma e persino imposizione pena la tortura.
Dopo 12 anni prendo atto, mi arrendo. E' finita. Posso solo dire che nel mio piccolissimo anche io ho contribuito a rendere grande un movimento che oggi, a percorso compiuto e in fase di arrivo non sento più mio, anzi, mi sento respinta dalla forma che ha assunto e dalle persone che ne sono espressione pubblica. Era una bella idea, un grande sogno, il più grande, un progetto di successo che questa volta ho visto realizzato. E come una madre davanti alla creatura che mostra i primi segni di devianza mi chiedo: dove ho sbagliato?Troppe volte ho già assistito al crollo di una casa eretta con fatica, questa volta no, non resto fino alla fine vedo già le crepe della fine di un'idea diversa, pulita, di speranza.
Solo che questa volta non ricomincerò, è stata l'ultima, non è più tempo per me di alimentare e cullare nuovi neonati sogni. Prendo atto che la natura umana è quella che prevale e accetto con occhio indulgente questa genetica realtà.
A riveder le stelle...ma in un'altra vita e un'altra dimensione...

Con immutato affetto
Alba

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